Meditazione Vipassana online

Meditazione in sala 
Cesena:
Venerdi ore 19.30
Sarsina:
Mercoledi ore 20.45

Meditazione online (Aperto ai principianti e esperti)

  • Dal lunedì al venerdì ore 6
  • Mercoledì ore 20.45
Collegamento:
  1. Ricevi link
  2. vedi se senti l'insegnante dal computer, tablet o cellulare
  3. A fine lezione puoi fare domande o condivisioni
Puoi mandarmi un messaggio per fissare un colloquio in videochiamata prima di iniziare questo percorso puoi parlare con l'insegnante e capire cosa è più adatto a te.

La Meditazione Vipassana costituisce l'essenza dell'insegnamento di Siddhattha Gotama, il Buddha. 'Ecco che cosa ho sempre insegnato: questa è la sofferenza e questa è la via per uscire dalla sofferenza'.
E' un metodo che, attraverso una disciplinata osservazione delle sensazioni fisiche, ci permette di sperimentare le interconnessioni che esistono tra mente e corpo. indirizzando l'attenzione al nostro interno, potremo sviluppare una profonda conoscenza della nostra struttura mentale e fisica, e scoprire i meccanismi che causano la sofferenza. 

   Occorre imparare a riconoscere la realtà apparente, e penetrare al di là da essa, per poter percepire verità sempre più sottili, sino alla verità ultima, e sperimentare la libertà dalla sofferenza. E il solo modo per sperimentare la verità, è di guardare dentro noi stessi. Abituati a guardare fuori, interessati a ciò che accade e a ciò che fanno gli altri, raramente abbiamo cercato di esaminare noi stessi, la nostra struttura mentale e fisica, le nostre azioni. Siamo degli sconosciuti ai nostri stessi occhi, e non ci rendiamo conto di quanto sia dannosa questa ignoranza, e di quanto siamo schiavi delle nostre forze inconsce.
   Occorre sviluppare una profonda conoscenza della nostra natura, per comprendere la natura stessa della vita. Il sentiero mostrato dal Buddha è il sentiero dell’introspezione, dell’auto-osservazione:
Proprio all’interno di questo corpo, che contiene la mente con le sue percezioni, ho potuto conoscere l’universo, la sua origine, la sua fine e la via che conduce alla sua fine.
L’intero universo e le leggi della natura, per mezzo delle quali esso opera, possono essere sperimentati solo all’interno di noi stessi.
   Il Sentiero è anche un processo di purificazione, perché non cerchiamo la verità in noi stessi per curiosità intellettuale, ma per un preciso scopo. Osservandoci, infatti, diventiamo consapevoli, per la prima volta, delle nostre reazioni condizionate, dei pregiudizi che confondono la nostra visione mentale, che ci nascondono la realtà, e producono sofferenza. Ci accorgiamo delle tensioni accumulate, che ci turbano e ci rendono infelici, e comprendiamo che possono essere sciolte. Impariamo, allora, a lasciare che avvenga la loro graduale dissoluzione, e far sì che la mente diventi pura, calma e felice.
   La sola comprensione intellettuale e la fiducia nelle parole del Buddha non ci aiuteranno a liberarci dalla sofferenza. Questi aspetti hanno valore, se ci ispirano a mettere in pratica l’insegnamento. Sarà solo grazie a un’applicazione e a uno sforzo costante, che potremo sperimentare dei benefici concreti nella nostra vita.
Il Buddha disse:
Una persona può recitare alla perfezione molti testi, ma se non li mette in pratica, è sentita, come il bovaro che conta solo le mucche degli altri, e non gode delle ricompense, proprie della vita di un ricercatore di verità.
Un’altra può essere capace di recitare solo poche parole dei testi, ma, se conduce una vita di Dhamma, procedendo passo dopo passo verso la meta finale, allora può godere dele ricompense della vita di un ricercatore di verità.
   Il sentiero deve essere seguito e l’insegnamento messo in pratica, altrimenti non darà risultati. Non è necessario definirsi buddista per praticarlo. Le etichette sono irrilevanti. La sofferenza non fa distinzioni, è comune a tutti e così il rimedio, per essere utile, deve essere applicabile a tutti. La pratica non è riservata solo a monaci ed eremiti, ma è necessario dedicare un determinato periodo di tempo al suo apprendimento per poi poterla applicare alla vita quotidiana. Lasciare la propria casa e le responsabilità sociali, come i monaci, per dedicarsi totalmente a questo cammino, consentirà di progredire più rapidamente. Chi è coinvolto invece nella vita sociale, impegnato a far fronte alle diverse responsabilità, potrà dedicarvi un tempo minore; ma, sia per i monaci che per i laici, l’insegnamento deve essere messo in pratica, perché dia risultati.
   Questa via conduce dalla sofferenza alla pace: man mano che progrediremo nella pratica, la nostra vita diventerà più felice, più armoniosa. Nello stesso tempo i rapporti con gli altri diventeranno più pacifici e armoniosi. Invece di aumentare le tensioni della società, potremmo dare un contributo positivo per la felicità e il benessere di tutti. Seguire il sentiero è vivere la vita della verità e della purezza: questo è il giusto modo di mettere in pratica l’insegnamento, questa è l’ARTE DI VIVERE.